Partiamo dal uno dei punti principali del manifesto elettorale di Trump per la rielezione di Novembre a Presidente degli Stati Uniti d'America:
- Rilanciare l'economia interna con i consumi di prodotti sempre più americani, quindi riportare le produzioni dall'estremo oriente in casa per ottenere così anche il rilancio dell'occupazione a tutti i livelli.
Detto così sembra un semplice slogan elettorale, se il presidente Trump non avesse dimostrato da almeno un anno quanto impegno Lui ed il suo staff stiano mettendo su questo ambizioso progetto. L'america, con la sua moneta massima sul mercato, provoca un crescente deficit commerciale con i mercati orientali, Cina in primis. La competitività dei prezzi orientali sostengono il potere di acquisto della classe media americana in stasi di reddito. In Cina ingenti attivi commerciali vengono usati per acquistare debito pubblico statunitense. Nel frattempo la politica commerciale del Presidente Trump (anche con l'introduzione di alcuni dazi doganali) sta producendo i primi effetti di ribilanciamento dell'economia cinese verso i consumi interni e dell'economia USA che ricomincia a sperare, attraverso la rinascita dell'American Dream.
Ovviamente la compenetrazione tra tra la Cina ed il resto del mondo resta ancora complessa e profonda, sopratutto in Europa ed in Italia, visto che il Governo ha firmato per avviare la nuova "Via della Seta". Occorre preparazione e volontà per riportare le produzioni strategiche e ad alto valore aggiunto in USA, partiamo dai dati statistici macro in cui si evidenziano oltre 50.000 aziende nel mondo che hanno più fornitori diretti a Wuhan, non meno di 4,5 milioni quelle che vi hanno più subfornitori.
Di questa fetta gran parte della tecnologia deve essere riportata in Usa perché strategica. Una multinazionale come la General Motors ha migliaia di fornitori di primo livello che si serve in media di 150 sub-fornitori di secondo livello. A conti fatti l’azienda madre si troverebbe a riportare a casa migliaia di catene di montaggio e migliaia di posti di lavoro americani.
Questa è la deglobalizzazione di Trump, il quale ha già affermato che la globalizzazione è finita. I lavoratori americani sono con TRUMP e con la sua strategia di sicurezza nazionale e verso una era di competizione strategica economica che renderà grande l'america perchè darà benessere a tutti.
Sul mercato finanziario invece la sfida di Trump si disputa sul controllo della FED (Federal Reserve) di stampare dollari secondo necessità senza rischio inflattivo, mantenendo la supremazia del dollaro sulle altre monete e vigilando sull’altra potenza mondiale che è la banca di Inghilterra che ancora non abbiamo capito che ruolo giocherà.
Le tre grandi superpotenze del mondo sono schierate, la più debole, l'Europa, deve assolutamente andare verso gli Stati Uniti e Trump, affinchè una potenziale cinesizzazione dell'Europa sia solamente un brutto sogno.