Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha pubblicato un documento che evidenzia chiaramente molteplici proiezioni del basso impatto del COVID-19.
CDC e il PHE hanno sviluppato cinque scenari di pianificazione pandemica COVID-19 progettati per aiutare a informare le decisioni del governo e dei funzionari della sanità pubblica sfruttando modelli matematici. I modelli sono stati sviluppati utilizzando i dati forniti negli scenari di pianificazione possono aiutare a valutare i potenziali effetti delle diverse strategie di mitigazione della comunità.
Ci teniamo a evidenziare come l'obiettivo principale del Centers for Disease Control and Prevention sia quello di proteggere la salute e la sicurezza pubblica attraverso il controllo e la prevenzione di malattie, lesioni e disabilità negli Stati Uniti e a livello internazionale.
All'interno del documento si possono visionare 5 scenari ipotizzati, tali scenari si basano su un insieme di valori numerici per le caratteristiche biologiche ed epidemiologiche del COVID-19. Questi valori possono essere utilizzati per stimare i possibili effetti di COVID-19 negli stati e nelle località degli Stati Uniti.
Dai dati (aggiornati a fine aprile) emergono valutazioni molto interessanti, sopratutto per capire l'impatto del COVID-19 negli USA, ma non solo. Di seguito alcuni parametri in evidenza:
Rapporto di mortalità dei casi sintomatici, stratificato per età in anni
0-49 anni: 0.0005
50-64 anni: 0,002
65+ anni: 0,013
Rapporto sintomatico di ricovero in ospedale, stratificato per età in anni
0–49 anni: 0.017
50-64 anni: 0,045
65+ anni: 0,072
Il CDC offre le stime con lo scopo di guidare gli amministratori ospedalieri nella "valutazione delle esigenze delle risorse" e aiutare i responsabili politici "a valutare i potenziali effetti delle diverse strategie di mitigazione della comunità".
Da qui possiamo giungere a conclusione come lo scenario odierno (catalogato come "migliore stima") evidenzia che il 35% delle infezioni sia asintomatico, il che significa che il numero totale di infezioni è superiore di oltre il 50 percento rispetto al numero di casi sintomatici riscontrati. Ciò implica quindi che l'IFR (tasso di letalità) è compreso tra lo 0,2 e lo 0,3 per cento.
Ma se da un lato è facilmente riscontrabile come gli IFR effettivi variano da un luogo all'altro, sia a livello internazionale che all'interno dei paesi, dall'altro possiamo evincere come anche le variazione IFR, considerando anche le proiezioni pubblicate dal CDC, non raggiunge quote che si discostano dai dati degli anni precedenti. "Va notato che l'IFR non è una costante fisica fissa e può variare sostanzialmente tra i luoghi, a seconda della struttura della popolazione, della combinazione di casi di individui infetti e deceduti e di altri fattori locali", scrive Ioannidis, fattori locali che andrebbero ricercati non solo per fare luce per le famiglie che hanno avuto dei decessi, ma sopratutto per sapere bene da cosa dobbiamo difenderci.