L'America è quella di Trump, non quella dei DEM

L'America è quella di Trump, non quella dei DEM

L'America è quella di Trump, non quella dei DEM

In linea con quella che è la Storia USA degli ultimi 250 anni, la vera volontà del popolo americano è quella di non farsi abbattere dagli accadimenti del breve periodo, volgendo invece lo sguardo ad un futuro. In questo scenario, le attenzioni degli americani, più che ai drammi sanitari, vengono infatti riservate per le conseguenze che un prolungato lockdown avrà sull’economia del Paese.

E dopo la situazione stazionaria di piena occupazione raggiunta soltanto qualche mese fa, ora la possibile controtendenza ha iniziato a pesare eccessivamente anche sull’opinione pubblica americana in aggiunta alle tasche stesse degli statunitensi, con particolare riguardo a quegli Stati più fedeli al Partito democratico che hanno imposto un regime più ferreo sul Covid-19, anche se l’occupazione americana continua a salire.

In previsione delle future elezioni di novembre, molte situazioni anche di squilibrio dell’ordine e della giustizia negli stati DEM, hanno provocato una rottura più netta tra il popolo e i suoi governanti – considerati gli estremi equilibri della situazione – potrebbe essere la discriminante che riconfermerà Trump alla Casa Bianca.

Ed anche i dati delle preferenze, in fondo, sono stati sin dall’inizio dell’epidemia dalla sua parte: avvalorando l’idea che tra la serrata e l’apertura il popolo statunitense propenda principalmente per la seconda. Invece Trump vince sempre, ovunque, dove c’è bisogno di lui per riportare l’occupazione in America abbattendo la globalizzazione e riportando le attività produttive nelle aree depresse.

Ora la decisione da prendere nelle elezioni 2020 riguarda l’esistenza della nazione, Trump cerca di interrompere una spirale di caos e di falsità; le elezioni 2020 sono per l’America profonda l’ultima occasione, sono l’ultimo treno che lascia la stazione, destinazione Occidente. Le tradizioni hanno un significato. Il nazionalismo, il patriottismo e la fede cristiana dell’America profonda sono ancora un valore. Nella confusione di statue abbattute, nomi di edifici cancellati, menti avvelenate da turpi portavoce (inclusa la Pelosi nevrotico speaker della camera) epidemie di finti problemi e di reali malattie, la civiltà di una nazione rimane tale se esistono valori condivisi.

Molti di Noi in Europa credono che l’America debba difendere le proprie fondamenta e ritrovare la strada di un rinnovata stabilità. In tutto questo vedo un perfetto parallelismo con la situazione Italiana per la quale attendiamo una Destra rinnovata nel patriottismo, nella difesa della propria identità e verso una vera autonomia finanziaria sganciata dall’Europa dalla finanza e dalle lobby.

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