Il countdown all'OMS è partito già qualche giorno. Per chi non lo sapesse il Presidente Trump ha dato 30 giorni all'OMS per dare risposte esaustive inerenti la pandemia COVID-19. Ma non solo Trump, in tutto il mondo aumentano i Governi che, insieme a decine di centinaia di scienziati, evidenziano incongruenze ed errori, ponendo alla comunità internazionale molteplici domande visti i disastri sanitari, sociali ed economici che stiamo vivendo. In tutto questo le autorità politiche e gli “esperti” non rilasciano nessuna razionale previsione circa il fatto se e quando questo flagello si attenuerà, scomparirà o se invece rimarrà latente ma presente negli anni avvenire.
Partiamo dal principio, l’epidemia è scoppiata nel gennaio 2020 a Wuhan, in Cina, a causa della comparsa di un virus antigenicamente nuovo, il Covid-19. Il suo diffondersi successivo è stato percepito dalla popolazione come una minaccia altamente drammatica e angosciosa. Drammatica perché il virus si è diffuso a livello mondiale con una velocità incredibile e con epidemie estremamente numerose e a molte delle quali si è associata una elevatissima mortalità. Ma è andato tutto realmente così? Secondo la scienza ufficiale non ci sono dubbi.
Un metro è sufficiente a scagionarci dall'eventualità di un contagio? Può darsi di sì ma non al punto da metterci le mani sul fuoco. Il distanziamento fisico, oltre alla sanificazione degli ambienti e alla cura dell'igiene personale, resta l'arma più efficace per la limitazione dei contagi, ma fornire delle misure al centimetro è impossibile. L'Oms raccomanda la cosiddetta 'distanza droplet' - 1, 82 metri - che si riduce nel momento in cui due potenziali interlocutori indossano entrambi dispositivi di protezione individuale. Ma è obbligatorio porre subito alcune domande logiche: 1) inerente le distanze di sicurezza, perchè in aereo bastano 20cm, al ristorante servono 2mt e una spiaggia libera c'è il divieto di accesso? 2) Perchè oggi l'obbligo della mascherina (ndr un virus è molto più piccolo del filtro di una mascherina) quando da sempre i medici sconsigliano l'uso prolungato per evitare rischi di ipossia? 3) Se sono presidi sanitari contaminati perchè non vengono considerati "rifiuti speciali"?
A questa «scienza ufficiale e da salotto si contrappongono le sempre più cospicue esperienze di medici, esperti, ricercatori e professionisti che lavorano sul campo, basti pensare ai casi italiani (Prof. Montanari, Prof. Tarro, Dott. De Donno per citarne i più famosi) per cui numerosi casi di contagio e decessi siano dovuti in parte a errori diagnostici, in parte all'inadeguatezza del sistema sanitario italiano (dissennatamente definanziato nell'ultimo decennio) ed in parte per l'aver contato qualsivoglia malato/decesso senza distinzione alcuna (basti pensare ai falsi positivi e ai decessi avvenuti per altre patologie), gonfiando erroneamente i grafici. Questo ha fatto si che in ultimo, ma non per ultimo, si contrappongono i dati "ufficiali" e dei media con quelli degli istituti sanitari e di statistica.
Altra dichiarazione molto importante arriva dal Dr. Alessandro Bonsignore, Presidente dell'Ordine Medici della Liguria, il quale recentemente dichiarato che: «una problematica che riguarda tutto il nostro Paese è collegata al fatto che in Italia si sia deciso di inserire nel numero di decessi da Coronavirus, TUTTI i casi di coloro che sono stati scoperti positivi al Covid-19, durante la propria vita o addirittura nel post-mortem. Quindi praticamente stiamo azzerando quella che è la mortalità per qualsiasi patologia naturale che sarebbe occorsa anche in assenza del virus. Lo dico con cognizione di causa, lavorando nell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Genova, dove abbiamo contezza che all'obitorio comunale di Genova,i decessi per patologie non-Covid-19 sono praticamente scomparsi».
In altre parti del mondo, come Taiwan (di cui vi suggeriamo di leggere l'andamento pandemico cliccando qui), Tanzania (In Tanzania una capra e una papaya positive al coronavirus, per leggere la notizia clicca qui), Burundi e Madagascar l'accusano di commettere altre illegalità. Insomma, nel migliore dei casi invia kit per i test coi quali risultano positivi persino le capre e la papaya, in altre, come il Congo, l'OMS starebbe provando dei tamponi per Covid che infettano la malattia.
Parlando degli USA, uno studio del National Institute of Health che racconta l'andamento della mortalità in tutto il territorio italiano dal 1969 al 2002 mostra come il picco di mortalità (sempre collocato nei primi mesi dell'anno) sia molto variabile (per visionare i dati clicca qui): negli anni più miti raggiunge i 50.000 morti al mese, in altri anni il picco supera i 70.000 morti al mese, una variabilità entro cui anche i 12.000 morti al mese attribuiti a Covid-19 sono abbondantemente compresi.
Riteniamo opportuno anche parlare del "caso Svezia", dove anzitutto vi suggeriamo di visionare la curva pandemica cliccando qui. Molti giornali hanno parlato del "fallimento" della Svezia, fallimento che è falso, come si può constatare dai dati ufficiali. La mortalità tra la fascia di età tra 0-69 anni è del 9,5% del totale. La mortalità su milione di abitanti è di 3.175, inferiore anche all'Italia che ha optato per un lockdown estenuante.
Alla luce di tutto ciò riteniamo, come espresso dal Presidente Trump, che l'OMS debba spiegazioni documentate e plausibili nei confronti dei cittadini di tutto il pianeta.